5/2/2025
Il Consiglio di amministrazione di Kruso Kapital ha approvato gli schemi di bilancio consolidato al 31 dicembre 2024 con un utile netto adjusted pari a 4.746 mila in aumento a/a del 35%. L’utile netto contabile, che include le componenti non ricorrenti (spese derivanti dall’IPO e dall’acquisizione in Portogallo, complessivamente pari a 246 mila netto tasse) è pari a 4.500 mila, a cui ha contribuito per i soli due ultimi mesi del 2024 CEP (Pignus – Crédito Economico Popular), controllata in Portogallo.
Al 31 dicembre 2024, sono circa 76 mila le polizze di credito su pegno in Italia sottostanti i 127,2 milioni di impieghi su base individuale, 143,8 milioni a livello consolidato (121,4 milioni al 31.12.2023), in aumento su base trimestrale per il consolidamento di CEP (16,4 milioni al 31.12.2024, per poco più di 15.200 polizze). La crescita a/a degli impieghi su base individuale è stata guidata sostanzialmente dai volumi originati dalla rete in Italia. Nell’ambito del credito su pegno in Italia, sono state realizzate 55 aste, per i beni rivenienti dal pegno (42 nel 2023). L’andamento commerciale nel 2024 dell’attività in Grecia è migliorato rispetto allo stesso periodo del 2023.
Il margine di intermediazione aumenta a/a del 27,3% (24,7 milioni vs 19,3 milioni al 31.12.2023), principalmente per il contributo del credito su pegno in Italia, a seguito dei maggior impieghi e della più alta marginalità. Il business delle aste di opere d’arte e oggetti da collezione rappresenta meno del 2% del totale margine di intermediazione al 31.12.2024 (4,6% dell’intero 2023), in calo a/a e caratterizzato da un quarto trimestre con risultati inferiori alle attese e finalizzazioni di trattative private inferiori allo scorso anno. La crescita degli interessi attivi e commissioni attive del credito su pegno ha più che compensato l’aumento del costo del funding, che dal secondo trimestre del 2024 ha iniziato a registrare segnali di stabilizzazione, grazie ad una marginalità in crescita a/a (pari al 22% in percentuale dei crediti nel 2024, in linea con il 1H 2024 ed in aumento rispetto al 2023 quando era pari al 19,8%). L’aumento del 19,2% a/a delle commissioni nette è guidato dai maggior impieghi e dal maggior contributo delle aste del pegno in Italia.
Le rettifiche di credito rimangono non significative, ed in calo nel quarto trimestre per un rilascio di CEP a seguito dell’allineamento alle policy di Gruppo.
La variazione positiva dei Costi operativi a/a è sostanzialmente guidata dalle maggiori spese del personale che per il 2Q24 e 3Q24 prevedono la contabilizzazione dell’LTI post IPO (per totali 242 mila), gli aumenti salariali per il nuovo CCNL, il consuntivo del bonus di Kruso Kapital a livello individuale sul risultato 2023 in lieve aumento rispetto all’anno precedente e le maggiori spese del personale anche per il maggior numero di risorse per la controllata Art-Rite e il consolidamento di CEP per i due mesi finali del 2024. Il numero di risorse di Gruppo è 144 al 31.12.2024 in aumento a/a (91 al 31.12.2023). Le altre spese amministrative includono oneri non ricorrenti derivanti dall’IPO e dall’acquisizione in Portogallo di CEP (pari a 377 mila al 31.12.2024); al netto di queste componenti, aumentano per le maggiori spese in pubblicità di Kruso Kapital, le spese legali/consulenze, le spese in ICT/pegno digitale e costi running post IPO.
Il Cost Income al netto degli oneri non ricorrenti scende al 67% rispetto al 70% del 2023.
L’utile netto aumenta del 56% a/a, con un contributo positivo della controllata CEP pari a 130 mila, seppur caratterizzato da alcuni costi straordinari, e negativo delle controllate ProntoPegno Grecia ed Art-Rite pari, rispettivamente a 589 mila e a 770 mila.
Il totale attivo, in aumento del 22% rispetto al 31 dicembre 2023, è sostanzialmente composto dai crediti verso clientela per l’attività di credito su pegno (in aumento del 18,5% rispetto al 31.12.2023) e dagli avviamenti per un importo complessivo pari a 41,1 milioni, di cui 28,4 milioni generato dall’acquisizione del ramo d’azienda ex IntesaSanpaolo perfezionata nel luglio 2020 e 11,6 milioni generati dall’acquisizione di CEP.
Nelle passività finanziarie valutate al costo ammortizzato è ricompreso il sopravanzo d’asta pari a 5,6 milioni, in aumento del 24% a/a. La sottovoce debiti verso banche include finanziamenti da Banca Sistema e da altre 6 banche, queste ultime pari al 35% sul totale della raccolta. Il Patrimonio Netto al 31.12.2024 ammonta a 49,5 milioni, in aumento rispetto al 31.12.2023 (pari a 42,4 milioni) oltre all’utile di periodo anche per l’aumento di capitale dell’IPO con un impatto di 2,5 milioni.
Il Totale dei fondi propri (Total Capital) al 31 dicembre 2024 su base individuale ammonta a 20,3 milioni (lo stesso anche in termini di CET1), con il Total Capital Ratio che sale a/a al 22% (18,7% al 31.12.2023), ma cala su base trimestrale in prevalenza per l’acquisizione di CEP (maggior Rischi di credito) ed l’atteso maggior Rischio operativo. Sulla base di una simulazione inerente la riclassificazione a scaduto di una parte dei crediti, in relazione a quanto richiesto dalla Banca d’Italia in esito all’ispezione sulla Capogruppo (vedi comunicato stampa del 20.12.2024), l’impatto sul Total Capital Ratio sarebbe di c. 200 bps, portando il citato coefficiente al 20%.