8/5/2025
Al 31 marzo 2025, sono circa 98 mila le polizze di credito su pegno sottostanti i 153,4 milioni di impieghi, in aumento su base trimestrale e su base annuale, anche per il consolidamento di CEP. Nell’ambito del credito su pegno in Italia, sono state realizzate 19 aste, per i beni rivenienti dal pegno (18 nel 1Q24), con un maggior numero di lotti a/a.
Il margine di intermediazione aumenta a/a del 49% (8,3 milioni vs 5,5 milioni al 31.3.2024), principalmente per il contributo del credito su pegno in Italia, a seguito dei maggiori impieghi e della più alta marginalità, delle maggiori commissioni e del contributo di CEP. La crescita degli interessi attivi e commissioni attive del credito su pegno ha più che compensato l’aumento degli interessi passivi, nonostante la riduzione del costo della raccolta rispetto al quarto trimestre del 2024. L’aumento del 44% a/a delle commissioni nette è guidato dal maggior numero di lotti in asta in Italia con un prezzo dell’oro in crescita, i cui ricavi hanno più che compensato i minor ricavi della casa d’aste.
Le rettifiche di credito, in calo a/a, sono guidate dalla nuova politica di credito (per KK e CEP) che, oltre alla diversa classificazione dei crediti hanno visto l’applicazione di nuove percentuali di copertura, in particolare in CEP, il che ha comportato una riduzione del fondo.
La variazione dei Costi operativi a/a è sostanzialmente guidata dalle maggiori spese del personale a cui ha contributo anche il consolidamento di CEP. Le altre spese amministrative aumentano a/a per i maggiori costi su base individuale (che includono anche spese straordinarie) e il consolidamento di CEP. La variazione degli ammortamenti su attività immateriali è guidata dalla quota parte del premio per l’acquisto del portafoglio oggetto di precedente comunicato avvenuto il 24 gennaio 2025, iscritto tra le attività immateriali. Il numero di risorse di Gruppo è 147 al 31.3.2025 (91 al 31.3.2024), in aumento a/a principalmente per il consolidamento delle risorse di CEP.
L’utile al lordo delle imposte aumenta di oltre il 100% a/a, per la forte crescita dei ricavi più che proporzionale rispetto all’evoluzione dei costi.
Il totale attivo, in aumento del 5% rispetto al 31 dicembre 2024, è sostanzialmente composto dai crediti verso clientela per l’attività di credito su pegno (in aumento del 6,6% rispetto al 31.12.2024) e dagli avviamenti per un importo complessivo pari a 41,1 milioni. Nel primo trimestre 2025 la società ha provveduto alla nuova classificazione dei crediti in conformità con i riscontri ricevuti da Banca d’Italia (vedi il comunicato stampa del 20.12.2024). A seguito di ciò, 34,2 milioni al 31.3.2025 sono classificati come deteriorati (0,5 milioni al 31.12.2024) sul totale crediti pari a 153,4 milioni. Dei 34,2 milioni di crediti deteriorati, 29,1 milioni sono crediti scaduti (di fatto polizze su pegno scadute da oltre 90 giorni) e 5,1 milioni inadempienze probabili (in gran parte polizze su pegno prossime all’asta).
Il credito su pegno, nei casi in cui non viene rimborsato, è recuperato tramite asta pubblica del bene in garanzia (la cui organizzazione e tempistiche dipendono dalla società); pertanto, la diversa classificazione non è conseguenza di un incremento del rischio creditizio che rimane molto basso (nonostante l’impatto di FTA della nuova politica di credito, il Cost of Risk al 31.3.2025 risulta pari circa 10bps).
La voce attività immateriali è sostanzialmente aumentata per la contabilizzazione di una buona parte del premio derivante dall’acquisizione del portafoglio di crediti acquistati a gennaio 2025.
Nelle passività finanziarie valutate al costo ammortizzato è ricompreso il sopravanzo d’asta, in aumento del 18% rispetto al 31.12.2024. La voce debiti verso banche include i finanziamenti da Banca Sistema e da altre banche (circa il 30% del totale raccolta).
Il Patrimonio Netto al 31.3.2025 ammonta a 51,4 milioni, in aumento rispetto al 31.12.2024 (pari a 49,5 milioni).
Il Totale dei fondi propri (Total Capital) al 31 marzo 2025 su base individuale ammonta a 20,5 milioni (lo stesso anche in termini di CET1), con il Total Capital Ratio (TCR) che scende al 20,5% rispetto al 31.12.2024 (22%). Il calo su base trimestrale del TCR è dovuto sostanzialmente ai maggiori RWA che passano da 92,0 milioni al 31.12.2024 a 100,1 milioni al 31.3.2025, per effetto della nuova classificazione dei crediti. Nonostante l’incremento degli RWA, il TCR risulta ampiamente superiore al minimo regolamentare e superiore alla stima al 31.12.2024 (20%) sulla base dell’attuale classificazione creditizia (vedi il comunicato stampa del 6.2.2025).