31/7/2025
Al 30 giugno 2025, sono circa 96 mila le polizze di credito su pegno sottostanti i 152,8 milioni di impieghi, in aumento su base annuale, anche per il consolidamento di CEP. Nell’ambito del credito su pegno in Italia, sono state realizzate 40 aste, per i beni rivenienti dal pegno (33 nel 1H24), con un maggior numero di lotti a/a.
Il margine di intermediazione aumenta a/a del 50% (17,3 milioni vs 11,5 milioni al 30.6.2024), principalmente per il contributo del credito su pegno, a seguito dei maggiori impieghi e della più alta marginalità, delle maggiori commissioni d’asta e del contributo di CEP, e, in misura non rilevante, per il risultato netto delle attività finanziarie valutate al Fair Value a seguito dell’emissione di una Credit Link Note.
Il margine di interesse, pari a 6,6 milioni, cresce a/a per i maggiori interessi attivi (+41%), guidato dai maggiori impieghi, dal contributo di CEP (consolidata dal 4Q24) e dai margini più alti, che hanno più che compensato l’impatto negativo del premio (0,4 milioni) relativo al portafoglio acquistato a gennaio ‘25 e contabilizzato negli interessi attivi, l’impatto negativo della PPA (euro 0,6 milioni) e i maggiori interessi passivi seppur guidati da un costo della raccolta in diminuzione a seguito dell’evoluzione dell’Euribor 3M.
Le commissioni nette, pari a 10,6 milioni, risultano in crescita del 56% a/a, per l’aumento degli impieghi, per il contributo di CEP e, in misura rilevante, per il maggior contributo delle aste del pegno e per il maggior numero di lotti a/a.
Le rettifiche di credito, invariate a/a, nel primo trimestre del 2025 hanno recepito le nuove politiche di credito che, oltre alla diversa classificazione dei crediti, hanno visto l’applicazione di nuove percentuali di copertura collettiva.
I costi operativi, pari a 10,6 milioni, risultano superiori del 30% a/a per:
L’utile al lordo delle imposte aumenta di oltre il 100% a/a, per la forte crescita dei ricavi più che proporzionale rispetto all’evoluzione dei costi. La voce utili delle partecipazioni, pari a 0,2 milioni non ricorrenti, è dovuta al rilascio di parte del debito relativo alla quota di prezzo differito (earn out) contrattualizzato nell’acquisizione di Kruso Art, a seguito di un accordo con i precedenti soci della società.
In questo semestre, si è concluso, il processo di allocazione definitiva del prezzo di acquisto (Purchase Price Allocation - PPA) in conformità a quanto previsto dall’IFRS 3 – Business Combinations, relativo all’operazione di acquisizione di Pignus - Crédito Económico Popular perfezionata in data 7 novembre 2024. Sono state pertanto apportate le rettifiche definitive alle poste patrimoniali iscritte in sede provvisoria che aveva comportato l’iscrizione di un avviamento di 11,5 milioni pari al corrispettivo di acquisto al netto del patrimonio netto di acquisizione. L’allocazione definitiva, a livello di Stato Patrimoniale consolidato, ha comportato la rideterminazione dei crediti verso la clientela con un maggior valore pari a 1,1 milioni e l’iscrizione di attività immateriali rappresentate da marchi per un totale di 0,4 milioni, nonché il riconoscimento delle correlate passività per imposte differite per complessivi 0,4 milioni con una contestuale riduzione dell’avviamento per un totale di 1,085 milioni.
L’utile netto, pari a 4,4 milioni, aumenta a/a per il miglior risultato della gestione ordinaria, per il contributo derivante dalla voce precedentemente descritta (utili delle partecipazioni), che hanno più che compensato l’effetto negativo non ricorrente del rilascio della PPA (pari a -0,45 milioni dopo le imposte). L’effetto a conto economico è dovuto al reversal degli aggiustamenti identificati in sede di PPA:
Al netto delle poste non ricorrenti sopra indicate (earn out e PPA), l’utile netto adjusted raggiungerebbe 4,7 milioni. L’attivo patrimoniale, in aumento di circa il 4% a/a, è in misura prevalente composto dai crediti verso clientela pari a 152,8 milioni per l’attività di credito su pegno e dagli avviamenti per un importo complessivo pari a 40,1 milioni, di cui 28,4 milioni generatosi dall’acquisizione del ramo d’azienda Pegno ex IntesaSanpaolo, di cui 1,2 milioni generatosi dall’acquisizione della società Kruso Art (ex Art-Rite) e 10,5 milioni generatosi dall’acquisizione di CEP (in diminuzione dagli 11,5 milioni rispetto al 31.12.24 a seguito della conclusione del processo di allocazione definitiva del prezzo (PPA)).
A seguito della classificazione dei crediti adottata da inizio 2025, 28,9 milioni sul totale crediti netti pari a 152,3 milioni (al netto della PPA) sono classificati come deteriorati al 30.06.2025 (0,5 milioni al 31.12.2024). In particolare, gli scaduti deteriorati ammontano a 22,4 milioni (nessun scaduto deteriorato al 31.12.2024), le inadempienze probabili a 6,5 milioni (0,5 milioni al 31.12.2024), di cui 0,4 milioni su posizioni oggetto di sequestro o blocco dell’Autorità Giudiziaria (0,5 milioni al 31.12.2024). Il credito su pegno, nei casi in cui non viene rimborsato, è recuperato tramite asta pubblica del bene in garanzia (la cui organizzazione e tempistiche dipendono dalla società); pertanto, la diversa classificazione non è conseguenza di un incremento del rischio creditizio che rimane molto basso (nonostante l’impatto di FTA della nuova politica di credito nel 1Q25, il Cost of Risk al 30.6.2025 risulta pari circa 10bps). La voce attività immateriali è variata a/a per la contabilizzazione di una buona parte del premio derivante dall’acquisizione del portafoglio di crediti acquistati a gennaio 2025, al netto della quota ammortizzata nel periodo, e la variazione sopra indicata degli avviamenti e marchi a seguito del processo della PPA.
Le passività finanziarie valutate al costo ammortizzato includono:
La voce passività finanziarie designate al Fair Value si riferisce esclusivamente all’emissione di una Crediti Link Note di 2 milioni avvenuta nel 2Q 2025, il cui sottostante di riferimento è rappresentato da una parte del portafoglio di crediti su pegno in Italia garantiti da oro.
Il Patrimonio Netto al 30.6.2025 ammonta a 53,9 milioni, in aumento rispetto al 31.12.2024 (pari a 49,5 milioni).
Il Totale dei fondi propri (Total Capital) al 30 giugno 2025 su base individuale ammonta a 23,0 milioni (lo stesso anche in termini di CET1), con il Total Capital Ratio (TCR) che sale al 23,6% rispetto al 31.3.2025 (20,4%, dato oggetto di nuova segnalazione rispetto al 20,5% comunicato in data 8 maggio 2025) e al 31.12.2024 (22%). L’aumento su base trimestrale del TCR è dovuto all’utile di periodo ed in misura minore a lieve calo degli RWA che passano da 100,4 milioni al 31.3.2025 (anche questo dato oggetto di rettifica come sopra indicato) a 97,5 milioni al 30.6.2025 (pari a 92 milioni al 31.12.2024), per effetto della diminuzione delle esposizioni deteriorate.
Il TCR risulta ampiamente superiore al minimo regolamentare.